Ieri sera la Sala del Cinema Grotta a Sesto Fiorentino era gremita all’inverosimile, circa 800 persone hanno partecipato all’incontro, con un’attenzione tesa e a tratti commossa. A questo link è possibile vedere la registrazione della serata: https://www.youtube. com/watch?v=mNOZAiRi5T4.
La serata è stata introdotta dal discorso profondamente sentito di Serena Terzani, di Mamme No Inceneritore, che ha ricordato l’impegno costante delle mamme, la loro mobilitazione: “le mamme sono sentinelle”, ha detto, “si accorgono quando qualcosa non va e danno l’allarme”.
Nella vicenda dell’inceneritore c’è tanto che non va, impossibile toccare tutti i temi trattati dagli autorevoli relatori: Annibale Biggeri, Professore Ordinario di Statistica Medica dell’Università di Firenze, Claudio Tamburini, Avvocato, Coordinamento Comitati della Piana, Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Italy, Don Daniele Bani, Parroco della storica Parrocchia di San Martino di Sesto Fiorentino. Sono intervenuti inoltre nel corso della serata numerosi medici: Marco Paganini, neurologo presso l’Ospedale di Careggi (Medicina Democratica), GianLuca Garetti, medico e psicoterapeuta (Medicina Democratica e ISDE), Massimo Generoso, pediatra, Presidente Provinciale ISDE e infine Egisto Bagnoli, Presidente dell’ordine dei medici di Pistoia accompagnato da una delegazione di medici a testimonianza della difficile e compromessa situazione di Pistoia, dove da anni si lotta per la chiusura dell’inceneritore di Montale.
Ha aperto il ciclo di relazioni il Professor Biggeri, portando dati inquietanti sull’inquinamento fuori
controllo dell’area fiorentina. E di inquinamento si muore: le polveri sottili, emesse anche dall’inceneritore, sono cancerogeni riconosciuti. Si sta imponendo alla popolazione dell’area metropolitana fiorentina di subire un rischio sanitario inaccettabile: non ha senso parlare di monitoraggio a posteriori degli effetti delle emissioni dell’inceneritore, sarà troppo tardi. L’unico rischio imposto accettabile è “nessun rischio”, come per l’amianto: niente inceneritore, niente emissioni, rischio zero.
Altrimenti saremo tutti cavie. Come ha ricordato l’Avvocato Tamburini i 37.000 residenti che vivono entro 3 Km dall’inceneritore, saranno infatti oggetto di un “Piano di sorveglianza sanitaria” grazie alla convenzione tra AUSL 10 Firenze, ARPAT, QtHermo, Città Metropolitana e Comune di Sesto Fiorentino sottoscritta a dicembre 2015. In sintesi è previsto uno studio epidemiologico dopo l’avvenuta costruzione dell’impianto su alcune gravi patologie, tra cui tumori e malformazioni congenite. L’avvocato Tamburini ha proseguito descrivendo le numerose e gravi illegittimità che si ravvisano in tutto il procedimento autorizzativo e che costituiscono la materia del ricorso al TAR curato insieme agli avvocati Nocentini, Belli e Rossi. A partire dalla stessa VIA, valutazione di impatto ambientale, che non ha valutato le alternative.
Don Daniele ha ricordato, nel suo atteso intervento sull’Enciclica Laudato Si’, che abbiamo un dovere verso le generazioni future, dobbiamo pensare ora a quello che lasceremo loro in eredità, sulla stessa linea è intervenuto il Pediatra Massimo Generoso.
La mancata valutazione delle alternative all’inceneritore è fatto gravissimo perchè, come ricordano le mamme, nessun rischio evitabile è accettabile e, come ci ha esaurientemente dimostrato Rossano Ercolini le esperienze di gestione dei rifiuti più moderne e alternative all’incenerimento si moltiplicano, funzionano, sono convenienti: la Città Metropolitana di Firenze potrebbe diventare simbolo e modello internazionalmente riconosciuto di una città all’avanguardia e Sesto, come ricordato da Serena Terzani, potrebbe fare la sua parte, con un Sindaco che sappia convintamente raccogliere e rendere concreto il sogno di tutti i cittadini riuniti ieri sera.
Perchè non si considerano le alternative a un pericoloso impianto di incenerimento alle porte di una città già pesantemente inquinata? Ce lo siamo chiesto con forza quando Don Daniele, parlando dell’Enciclica, ha ricordato la centralità del dialogo. Le istituzioni invece rispondono alla nostra domanda con un silenzio assordante.